Esteri, Nino Galloni: «Prima che i Russi è più facile che ci invadono gli Alieni»

Esteri, Nino Galloni: «Prima che i Russi è più facile che ci invadono gli Alieni»

Vicenza 23.03.2025 –  Durante un convegno organizzato a Vicenza lo scorso 23 marzo per parlare di futuro sotto forma di energia, economia e cooperazione anziché competizione il  responsabile nazionale dipartimento “politiche economiche” di Fronte Verde il prof. Nino Galloni ha dichiarato: «È più facile che ci invadano gli alieni, anziché i russi: paradossalmente, la minaccia di un imminente sbarco extraterrestre sarebbe molto più realistica dell’idea che l’esercito di Putin possa un giorno piombare a Berlino o a Parigi. È una cosa semplicemente ridicola, che non sta né in cielo né in terra. Eppure, proprio sulla base di questa follia, l’Unione Europea – con l’annunciata maxi-spesa per gli armamenti – si sta preparando a impoverirci ulteriormente: sappiamo infatti che la spesa militare incide sul debito, ma non implica benefici economici diffusi. Cosa dovrebbe fare, l’Europa? Innanzitutto dialogare con la Russia, che è un paese immenso e ricchissimo di risorse. Dovremmo dialogare con tutti: russi, cinesi, americani, mediorientali, africani. La prima cosa che dovrebbe fare, l’Europa? Attuare investimenti produttivi in Africa, per invertire i flussi migratori. Da decenni, nel continente nero, il Pil cresce meno della popolazione. Questo produce un’emigrazione che noi non possiamo respingere, ma nemmeno accogliere in modo adeguato, data la nostra situazione economica. L’Italia poi versa in condizioni critiche dopo che nel 1981, con il divorzio fra Tesoro e Bankitalia, lo Stato ha perso la sua sovranità finanziaria e si è ridotto a elemosinare soldi dalle banche. Com’era ovvio, il debito pubblico è improvvisamente esploso. E l’Italia, da allora, ha accumulato avanzo primario: i soldi prelevati ai cittadini tramite le tasse sono più di quelli che lo Stato distribuisce, in termini di servizi. In questo modo si è realizzato l’impoverimento generale di un paese che era la quinta potenza industriale del mondo, addirittura la quarta a livello manifatturiero. Come uscirne? Se io fossi il ministro dell’economia risolverei il problema in cinque minuti, emettendo una moneta parallela, a costo zero, in grado di sostenere l’economia nazionale, che è notoriamente fondata sulle piccole imprese, spesso a carattere familiare. Le piccole imprese italiane, che il sistema finanziario ha cercato in ogni modo di far chiudere, sono come i soldati di Caporetto: disobbedendo agli ordini, hanno salvato l’esercito e creato i presupposti per la vittoria finale». Il prof. Galloni ha poi continuato il suo intervento parlando dell’Italia: «L’Italia, poi, dispone di risorse praticamente illimitate. Siamo il primo polo culturale del pianeta: valorizzare adeguatamente l’immenso patrimonio della Penisola basterebbe a far volare la nostra economia. Abbiamo testimonianze archeologiche di civiltà antichissime, vissute in Italia duecentomila anni fa, ma le teniamo ancora sottoterra. D’ora in poi, il successo economico sarà basato soprattutto sui beni immateriali: e in questo, l’Italia è la prima nazione al mondo, senza rivali. Poi occorre recuperare tutte le filiere dell’economia territoriale, cioè (ancora una volta) la qualità italiana, garantita dalla rete delle nostre piccole aziende locali. Ha ragione, Trump, nel tentare di limitare le importazioni: perché se si importano merci si importa anche la disoccupazione. Noi dobbiamo tornare ai territori, premiarli e incentivarli anche con adeguati mezzi finanziari, come appunto la moneta nazionale parallela. Quindi, intanto, bisogna sapere perché siamo in crisi. E dobbiamo capire che venirne fuori è possibile: basta sapere esattamente cosa fare».

Video prof. Galloni

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